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Introduzione
La fiscalità delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) in Italia è un argomento che, negli ultimi anni, ha subito una trasformazione sostanziale. Se prima le regole erano più lineari e meno soggette a modifiche, oggi il panorama legislativo e fiscale è in continua evoluzione. Questo mutamento può creare molte incertezze nei gestori di palestre, circoli sportivi e associazioni di vario genere, soprattutto quando si parla di contabilità e di adempimenti fiscali.
Spesso i gestori si ritrovano a lamentare che il proprio consulente non sia adeguatamente preparato a gestire le peculiarità del “terzo settore” e dello sport dilettantistico. Non è raro sentire frasi come “Il mio commercialista sa tutto sulle Srl, ma poco su ASD e SSD” oppure “Non mi ha spiegato correttamente come gestire il tesseramento e le quote associative, facendomi rischiare di incorrere in sanzioni”.
È importante, tuttavia, non generalizzare. Molti professionisti operano con grande competenza nel settore del no profit e dello sport dilettantistico, restando costantemente aggiornati sulle nuove normative. Una brutta esperienza non deve far pensare che l’intera categoria dei consulenti sia impreparata: il mondo dell’associazionismo è complesso e in continuo cambiamento, quindi serve studio, dedizione e una formazione specifica per rimanere al passo.
In questo articolo, scritto in un linguaggio chiaro e empatico, cercheremo di fare luce sulle principali problematiche fiscali delle ASD e SSD, fornendo tre consigli pratici per far crescere la propria struttura e migliorare la gestione della contabilità. Inoltre, vedremo quali sono gli errori più comuni e come scegliere il professionista giusto per tutelare al meglio la propria realtà sportiva.
L’evoluzione delle ASD e SSD in Italia
Negli ultimi anni, la normativa sulle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e le società sportive dilettantistiche (SSD) ha subito profonde modifiche. L’introduzione del “Codice del Terzo Settore”, l’aggiornamento di diverse disposizioni fiscali e la spinta a una maggiore trasparenza hanno portato a un vero e proprio “riassetto normativo”. Molti gestori si sono trovati a dover affrontare cambiamenti significativi nella gestione quotidiana della propria associazione o società, dovendo riconsiderare:
• Modalità di tesseramento: chi può diventare socio, come procedere alla registrazione dei soci e quali documenti conservare.
• Tipologia di attività: la distinzione tra attività istituzionale (quella finalizzata a realizzare gli scopi statutari) e attività commerciale (quella svolta per autofinanziamento) è sempre più cruciale per l’aspetto fiscale.
• Regime contabile: l’adozione di un regime forfetario per il settore dilettantistico, le scelte in termini di partita IVA, le comunicazioni periodiche all’Agenzia delle Entrate.
Questi e altri punti sono oggetto di continue discussioni e modifiche, creando un contesto che richiede costante aggiornamento. Di fronte a questo panorama, alcuni consulenti si specializzano sempre di più nel terzo settore e nello sport dilettantistico, mentre altri continuano a preferire la consulenza tradizionale alle imprese (Srl, SNC, SAS, ecc.). La chiave per non trovarsi impreparati è scegliere un professionista con competenze specifiche nel no profit e, in particolare, nel mondo dello sport.
Perché è cruciale una consulenza fiscale adeguata
La maggior parte dei gestori di ASD e SSD decide di affidarsi a un commercialista, a un consulente fiscale o a un’associazione di categoria per la gestione della propria contabilità e degli adempimenti burocratici. Il motivo è semplice: le leggi e i regolamenti fiscali italiani sono talvolta complessi, e rimanere sempre al passo con le ultime novità richiede tempo e studio costante.
Un consulente preparato nel settore sportivo sa che un’associazione non è una Srl e non deve essere trattata come tale. Ci sono requisiti peculiari di un’ASD o SSD che, se non rispettati, possono provocare:
1. Perdita della qualifica di ente sportivo dilettantistico: se l’associazione non rispetta i requisiti previsti dalla normativa, rischia di essere considerata una realtà commerciale a tutti gli effetti.
2. Sanzioni e accertamenti fiscali: un errore nella dichiarazione delle entrate o nella gestione dei tesseramenti può portare a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, con possibili multe anche salate.
3. Difficoltà nella gestione del personale e dei collaboratori sportivi: le prestazioni di istruttori e allenatori vanno inquadrate correttamente dal punto di vista contrattuale e fiscale (collaborazioni sportive dilettantistiche, compensi forfetari, ecc.).
Tutto ciò evidenzia l’importanza di scegliere il consulente giusto, uno specialista del terzo settore e dello sport, oppure di formarsi in prima persona per comprendere almeno le basi della fiscalità sportiva. È esattamente su questo punto che si inserisce il concetto di “essere il commercialista di voi stessi”: pur continuando ad avvalersi di un professionista, è fondamentale che il gestore sia consapevole delle regole e delle dinamiche fiscali.
La normativa di riferimento nel mondo sportivo dilettantistico
Per comprendere l’importanza di una gestione corretta della fiscalità in ambito sportivo dilettantistico, è utile avere chiaro almeno un quadro di riferimento delle norme principali:
1. Legge n. 398/1991: rappresenta, ancora oggi, un pilastro per le associazioni sportive dilettantistiche che svolgono anche attività commerciali. Prevede infatti un regime forfetario agevolato per la determinazione dell’IVA e delle imposte dirette, a condizione di non superare certi limiti di ricavi.
2. Codice del Terzo Settore (D.Lgs. n. 117/2017): ha introdotto importanti modifiche per tutti gli enti del terzo settore, tra cui anche le ASD che decidono di rientrare in specifici registri.
3. Registri Sport&Salute: l’iscrizione al Registro di Sport&Salute è condizione necessaria per il riconoscimento della natura dilettantistica dell’ente e per poter godere delle agevolazioni fiscali.
4. Circolari dell’Agenzia delle Entrate: periodicamente, l’Agenzia fornisce chiarimenti e interpretazioni sulla corretta applicazione delle normative, spesso con focus specifici sul mondo dello sport dilettantistico.
Queste norme e disposizioni si intrecciano e si aggiornano nel tempo, rendendo essenziale un monitoraggio costante e un’adeguata consulenza.
Le principali criticità riscontrate dai gestori di strutture sportive
La gestione di un’associazione o società sportiva dilettantistica può presentare diverse criticità, spesso connesse alla corretta applicazione delle norme fiscali e alla consulenza ricevuta. Tra le più comuni troviamo:
• Errata distinzione tra attività istituzionali e commerciali: non sempre è chiaro quali attività rientrino tra quelle istituzionali e quali tra le commerciali. Una gestione confusa può portare a errori nella dichiarazione dei redditi e nella fatturazione.
• Documentazione incompleta o mal gestita: un registro soci non aggiornato, contratti di collaborazione non in regola o mancata conservazione di ricevute e fatture sono difetti di gestione molto frequenti.
• Mancata comprensione dei limiti di ricavi per godere dei regimi forfetari: se un’associazione supera i limiti stabiliti dalla legge, deve passare a un regime di contabilità più complesso, con potenziali sanzioni in caso di inadempimento.
Molti di questi problemi derivano dalla mancanza di formazione specifica da parte dei gestori o dei consulenti stessi, oppure dalla sottovalutazione di aspetti che, per la natura stessa dello sport dilettantistico, non sono presenti in una normale società di capitali o di persone.
Tre consigli pratici per far crescere la propria associazione o società sportiva
Dopo aver delineato l’importanza di una corretta consulenza e le principali criticità fiscali, entriamo ora nel cuore dell’articolo: tre consigli pratici che possono aiutare la crescita della vostra ASD o SSD, migliorandone la gestione a 360°.
1. Migliorare il proprio Mindset
Il primo consiglio è talmente semplice da sembrare scontato, eppure riveste un’importanza cruciale. Mindset in inglese significa “mentalità”, ed è l’insieme delle convinzioni che guidano il nostro comportamento e il nostro modo di affrontare i problemi.
• Mentalità vincente: per una struttura sportiva, avere una mentalità aperta all’innovazione e all’aggiornamento continuo è fondamentale. Se si affrontano le nuove normative con paura o rassegnazione, si rischia di rimanere indietro.
• Atteggiamento positivo: pensare negativo può “tirare addosso” situazioni spiacevoli. Al contrario, un atteggiamento propositivo aiuta a trovare soluzioni anche di fronte a difficoltà inattese.
• Formazione continua: un mindset vincente si nutre di studio e formazione. Seguire corsi, leggere articoli, confrontarsi con altri gestori o consulenti più preparati: tutto questo contribuisce a far sì che la propria associazione cresca.
Il solo mindset non basta a risolvere i problemi burocratici, ma è la base su cui costruire un approccio efficace, evitando di farsi travolgere dalle difficoltà.
2. Approfondire le basi di Marketing
Spesso, quando si parla di marketing, il pensiero corre immediatamente a un volantino o a un post pubblicitario su Facebook. In realtà, il marketing è una disciplina molto più ampia, che comprende lo studio del mercato, l’analisi della concorrenza, la definizione di una strategia di comunicazione e l’utilizzo di vari strumenti per raggiungere i propri obiettivi.
Ecco alcuni principi fondamentali del marketing che ogni gestore di ASD o SSD dovrebbe conoscere:
1. Analisi del target: capire a chi ci si rivolge. Quali fasce d’età frequentano la vostra palestra o il vostro centro? Quali interessi hanno i potenziali soci?
2. Posizionamento: individuare i punti di forza della vostra struttura. Cosa offrite di unico rispetto alle altre palestre o circoli sportivi della zona?
3. Piano di comunicazione: stabilire come comunicare il vostro valore. Questo può avvenire tramite i social media, il passaparola, eventi promozionali, collaborazioni con scuole e aziende locali.
4. Fidelizzazione dei soci: mantenere i vostri soci soddisfatti e coinvolti nel tempo, offrendo servizi sempre migliori e ascoltando le loro esigenze.
5. Misurazione dei risultati: ogni iniziativa di marketing andrebbe monitorata. Si valutano i risultati ottenuti e, se necessario, si corregge il tiro.
Questi principi, se ben applicati, possono fare la differenza tra una struttura che “tira a campare” e una che cresce costantemente, attirando nuovi soci e mantenendo alto il livello di soddisfazione di quelli esistenti.
3. “Siate il commercialista di voi stessi”
Il terzo consiglio ha un valore provocatorio, ma allo stesso tempo estremamente pratico: “Siate il commercialista di voi stessi”. Non significa sostituirsi in toto al commercialista (che anzi rimane una figura imprescindibile), ma si tratta di acquisire le conoscenze minime per comprendere:
• Come funziona la contabilità di un’ASD o SSD: quali sono i registri da tenere, come si classificano le entrate e le uscite, quali documenti vanno conservati.
• Come vengono inquadrati i compensi dei collaboratori sportivi: sapere quando un rimborso spese è veramente tale e quando invece va considerato come compenso.
• Quali scadenze fiscali esistono: dal rinnovo dell’iscrizione al registro di Sport&Salute, al modello EAS, fino alle varie dichiarazioni.
• Quali agevolazioni fiscali si possono ottenere: comprendere i limiti di reddito per il regime forfetario della Legge 398/91 o verificare se la propria associazione può rientrare in specifiche esenzioni.
Conoscere queste dinamiche consente di dialogare più efficacemente con il proprio commercialista, di capire quando una situazione può diventare rischiosa e, soprattutto, di non essere colti di sorpresa da cambiamenti o da potenziali sanzioni.
Il ruolo del consulente: come scegliere il professionista giusto
Dopo aver sottolineato l’importanza di “essere il commercialista di se stessi”, è doveroso ribadire che il commercialista o consulente rimane una figura chiave per la corretta gestione di ASD e SSD. Tuttavia, scegliere il professionista giusto richiede qualche attenzione:
1. Specializzazione: non è sufficiente che il consulente sia “bravo con le Srl”. Servono competenze specifiche nel no profit, nell’associazionismo e nel mondo sportivo dilettantistico.
2. Aggiornamento continuo: chiedete se il professionista segue corsi, webinar o convegni specifici sulle ultime novità fiscali per il terzo settore.
3. Comunicazione: un buon consulente deve essere in grado di spiegare questioni complesse con un linguaggio semplice, mantenendo un dialogo costante con il cliente.
4. Network: spesso, chi opera in questo settore ha contatti con avvocati, notai e altri professionisti utili per risolvere eventuali problematiche che vanno al di là della sola contabilità.
Un modo per trovare il consulente ideale è il passaparola tra gestori di altre palestre o associazioni che hanno già testato la qualità del servizio. In alternativa, ci si può affidare alle associazioni di categoria o a enti di promozione sportiva che offrono consulenze specialistiche.
Strumenti e strategie per gestire la contabilità di un’associazione sportiva
Oltre all’appoggio di un consulente, esistono strumenti e strategie che possono semplificare la vita di un gestore:
• Software gestionali specifici per ASD/SSD: in commercio ne esistono diversi, pensati per tracciare in automatico i tesseramenti, le quote associative, le entrate e le uscite, generando report utili per la contabilità.
• Corsi di formazione: molte federazioni e enti di promozione sportiva organizzano corsi per la gestione amministrativa e fiscale delle associazioni. Partecipare a questi eventi può fornire competenze immediate e pratiche.
• Check-list periodiche: stilare un elenco di documenti da verificare mensilmente o trimestralmente (registri soci, ricevute, contratti di collaborazione, scadenze fiscali, ecc.) aiuta a non tralasciare nulla.
• Consulenze personalizzate: alcuni consulenti offrono pacchetti di consulenza continuativa, con check-up periodici e supporto telefonico per ogni dubbio.
La professionalità e l’uso di strumenti adeguati riducono notevolmente il margine di errore, aiutando il gestore a concentrarsi sull’aspetto sportivo e sulla crescita dell’associazione, anziché perdersi in burocrazia.
Conclusioni
La fiscalità delle associazioni e società sportive dilettantistiche in Italia è un tema complesso e in continua evoluzione. Le normative cambiano, le interpretazioni si aggiornano e i gestori si trovano spesso a dover adattare la propria realtà a regole nuove e talvolta poco chiare. Di fronte a questo scenario, è fondamentale:
1. Avere un mindset aperto e positivo, pronto al cambiamento e alla formazione continua.
2. Approfondire le basi del marketing per far crescere in modo sano la propria struttura, attirando e fidelizzando nuovi soci.
3. Conoscere le dinamiche contabili e fiscali di base, in modo da poter dialogare efficacemente con il proprio consulente ed evitare errori costosi.
Non bisogna farsi scoraggiare da esperienze negative o da consulenti poco aggiornati: in Italia esistono molti professionisti specializzati nel terzo settore e nello sport dilettantistico, capaci di guidarvi con competenza. L’importante è non trascurare l’aspetto gestionale e fiscale, perché una realtà sportiva ben gestita è una realtà che può crescere e regalare soddisfazioni, sia ai soci sia a chi la dirige.
Ricordate che il comitato o l’ente di promozione sportiva di riferimento può fornirvi un aiuto prezioso: dalla corretta gestione dei tesseramenti all’organizzazione di eventi, fino alla consulenza legale e fiscale. Nel dubbio, chiedete chiarimenti, confrontatevi con altri gestori, partecipate a corsi e webinar: la condivisione di esperienze e conoscenze è la chiave per risolvere gran parte delle criticità.
Speriamo che questi tre consigli — Mindset, Marketing e “Siate il commercialista di voi stessi” — possano fornire un punto di partenza per migliorare la gestione e la crescita della vostra associazione o società sportiva dilettantistica. Nessuna “bacchetta magica”, ma un insieme di buone pratiche che, applicate con costanza, fanno davvero la differenza.
Se avete ulteriori domande o necessitate di una consulenza personalizzata, il nostro comitato è a vostra disposizione per approfondire ogni aspetto legato all’affiliazione, al tesseramento e all’ottimizzazione della vostra ASD o SSD. Ricordate: formarsi e chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma la strada maestra per portare la vostra ASD / SSD / APS / AC / ecc a un livello superiore.
Buona gestione e buona crescita a tutti!